
la Parrocchia Sainte Trinité de Nadota' compie due anni
Carissimi amici di Brescia Benin,
la Parrocchia Sainte Trinité de Nadota compie oggi due anni. E’ vero che a due anni un bambino ha più che mai bisogno della mamma e del papà, con i fratelli gli zii e i nonni, ma, è altrettanto vero che, a due anni, un bambino cammina da solo e parla da solo. Faccio notare che qui i bambini sono molto più numerosi degli adulti. Viene dunque il momento del distacco, già premeditato e pensato lungo il corso dei due anni, non stiamo infatti lavorando per noi stessi. Il termine di questa piccola impresa bresciana missionaria è fissato per il giorno 15 febbraio festa dei nostri patroni. La diocesi di Abomey riceverà in dono tutta la struttura e anche lo sforzo quotidiano di fare comunione con Gesù, di evangelizzare e creare iniziative aperte al futuro. Una esperienza davvero esaltante nella sua assoluta semplicità. Lascio ad altri i grandi discorsi sulla situazione del mondo, sulla cooperazione, sull’immigrazione … tra di noi ormai sono più gli esperti che quelli che lavorano, come si addice a tutte le ‘decadenze’. Nadota, grazie a Dio, è una piccola dimostrazione della forza prorompente del Vangelo … è il Vangelo che ti dona le ragioni piene per vivere su questa terra in prospettiva della vita eterna. Una comunità di salvati scopre il dono della comunione e, dunque, tutto diventa, se non facile, certamente gioioso e pieno di vita. Nadota è fatta di persone, di sguardi, di sorrisi, di storie individuali e collettive, anche di povertà e di lacrime Per quanto riguarda la vita pastorale i fratelli africani hanno una attitudine spiccata alla relazione diretta ed intensa con il Signore, disturbata e talvolta mortificata dal supermercato delle devozioni importato dall’Europa, ho trovato addirittura la rosa mistica di Montichiari, dall’eccessiva pratica dell’esorcismo, dalla facilità di trasformare ogni cosa in un mercato all’aperto, e all’insistenza ossessiva per le raccolte denaro. Tutto questo non ci ha impedito di seguire una linea sobria dove si è parlato di Gesù come nella Chiesa delle origini, Gesù che ci viene dato dalla Vergine Maria per l’azione dello Spirito. Gesù incontrato nella lettura dei vangeli, della parola, e soprattutto nella celebrazione eucaristica, e infine nella adorazione. Per almeno quattro mesi su dodici siamo entrati direttamente nelle case per celebrare, leggere la parola, cantare insieme, sotto i palmizi e sotto gli alberi di mango. Bambini ovunque, ovunque la gioia. Praticamente abbiamo creato un oratorio.
Il gruppo di fedeli di circa 250-300 persone, molto coeso, ha accettato tutte le iniziative proposte con intelligenza. Qui le strategie e le organizzazioni sono sempre difficili ma l’esito va sempre oltre le previsioni. Questo implica una grande pazienza e che non si perda mai il filo dell’amicizia. Ci siamo avventurati dunque nel credito delle donne, nel giardinaggio a livello produttivo, nella informatica, nella musica, nell’alfabetizzazione, nella cinematografia. E’ il vangelo che ci dona l’idea, la motivazione per la quale vivere, è il rispetto e l’amore per la legge di Dio, che garantisce la libertà dalla corruzione, ovunque diffusa.
Eccomi dunque alla fine di questa ennesima esperienza che va oltre la mia povera immaginazione. L’Africa non ci è propizia per il clima. Restano alcune cose importanti da fare.
Colgo dunque l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno aiutato e sostenuto l’impresa, cominciando dal nostro Vescovo, da don Carlo e da tutti gli straordinari amici che ci hanno accompagnato con la loro continua generosità. Mi sto organizzando per predisporre il futuro di alcune situazioni di povertà estrema che abbiamo accompagnato in questi anni, il completamento degli studi di alcuni ragazzi e ragazze meritevoli, il sostegno con progetti di autonomia per ragazze madri di cui sono stato il papa in questi anni; l’impegno a facilitare il lavoro ad alcuni giovani e l’accesso al matrimonio … il sostegno ad alcuni villaggi molto poveri soprattutto per le bambine e i bambini … insomma, contrariamente alla mia abituale discrezione, vi chiedo un ultimo aiuto a servizio dei più poveri che il Signore ci ha concesso di amare in terra d’Africa. Vi terrò aggiornati. donmarioneva
Ultimo aggiornamento (Venerdì 05 Febbraio 2016 21:16)
Carissimi amici,
desidero ringraziarvi per questa finestra che si apre su internet e per tutto quello che state facendo anche per il Benin … sono consapevole di quello che già fate per altre imprese ugualmente nobili, e in particolare dei gravi problemi economici e morali che caratterizzano la nostra realtà italiana; io non pretendo nulla da nessuno, non chiedo niente per me, avendo sempre faticato personalmente per non essere di peso a nessuno, solo mi sento impegnato a creare una nuova rete di carità, di fede e di cultura, nella certezza che pensando agli altri possiamo meglio risolvere i nostri problemi …
per tutti una preghiera e un ricordo fraterno … dmn
In Benin, nella Diocesi di Abomey, dall’ottobre del 2011, è impegnato un sacerdote bresciano “Fidei donum” don Mario Neva.
Due sembrano essere le priorità che la Diocesi sta affrontando: una Chiesa giovane in tutti i sensi, sono passati circa 150 anni dalla prima evangelizzazione, con poche infrastrutture e scarsi mezzi finanziari ma dinamica e alle prese con il sincretismo e il fenomeno delle sette religiose, e una realtà Africana in forte espansione demografica con una Chiesa in decisa crescita con sfide immani soprattutto nel campo della formazione umana e spirituale dei propri Agenti di Pastorale, sacerdoti, religiosi, religiose e leader comunitari.
Da qui l’idea del Vescovo Mons. Houndekon di un grande centro con varie strutture per la formazione del clero, delle religiose e dei laici… con un’attenzione particolare alle scuole e al mondo del lavoro e l'aiuto ai poveri.
Noi, gruppo di amici di don Mario, vorremmo condividere con lui e con la Chiesa del Benin questo progetto e siamo a richiedere il sostegno generoso di tutti.
Il Gruppo di Amici di don Mario
Brescia, febbraio 2012
Intervista a don Mario prima della partenza
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